Il silenzio è un occhio rapace che scruta la propria solitudine e, isolandosi, sembra cercare conforto. Un’idea di limite nell’opera di Luvi, ispirata ad un celebre fotogramma de “Una giornata particolare” di Ettore Scola, la quale sembra lottare con lo spazio contratto del muro nel tentativo di una struggente evasione onirica.
Lo sguardo mancante dell’uccello non è che la materializzazione di un’assenza, che tocca le mani e il fiato di una pietrificata figura femminile. L’amore che ritorna, e inciampa, tra le pieghe delle personali paranoie, e vuol cercare una cura intima e delicata nella vezzosa povertà dei fiori sulla camicetta o nella capigliatura spettinata, mentre gocce di colore, come lacrime, solcano il muro per ricordarci che il dolore, in fondo, è un fatto cromatico. E l’occhio eisensteiniano della madre che, implacabile, perennemente ritorna col suo carico di amarezza.
testo di: @tommasoev (Tommaso Evangelista)